Casotto di Chantel
Introduzione
Escursione ad un panoramico casotto del Parco Nazionale del Gran Paradiso posto al termine di una costola rocciosa che scende dalla Pointe Valletta posta, quest’ultima, a sua volta sulla lunga cresta che scende dal lontano Grand Nomenon. Il percorso, quasi tutto in bellissimi boschi, è frequentato sino al bivio sopra Plan Pessey mentre più avanti lo è di meno ma dove è più facile incontrare esemplari di camosci. Il panorama dal casotto spazia dalle lontane Grandes Jorasses, al Grand Combin sino alla sottostante vallata di Cogne in tutta la sua lunghezza; della Grivola purtroppo si vede solo la punta dietro la cresta che scende dal Grand Nomenon.
Descrizione
Dalla strada si sale per il sentiero che parte da un intaglio di un muro di contenimento in pietre e si snoda con qualche tornante non ripido nel bosco di faggi e betulle. Si arriva in breve ad un rudere e poi, appena dopo, ad una bella baita (1373m) posta ai margini del pianoro di pascoli di Plan Pessey; camminando sull’evidente traccia che taglia a mezzacosta il pendio si giunge sopra a due baite e da quel punto (1419m) si deve imboccare un sentiero privo di numerazione ma ben evidente che si stacca sulla destra, proprio in corrispondenza di un segnalino per il Bivacco Gontier. Dapprima sale obliquamente e poi, con una serie interminabili di tornanti, rimonta il bellissimo bosco secolare di conifere superando un bivio (1607m) dove si continua sulla sinistra; la pendenza è sempre continua ed abbastanza sostenuta e non è difficile in questo tratto incontrare qualche camoscio che scende o rimonta il ripido pendio. Continuando la salita ci si avvicina alla fiancata della costola rocciosa al termine della quale è situato il casotto, si supera un torrente e si arriva in spazi più aperti proprio sotto un grande canalone su cui si abbattono le valanghe provenienti dalla larga comba sovrastante. Ora il sentiero piega sulla destra e risale una ripida ma corta dorsale erbosa e, continuando sulla, destra supera un altro conoide valanghivo arrivando nei pressi di un rudere costruito sotto un roccione; da qui, continuando a mezzacosta con la pendenza che diminuisce, si contorna un piccolo promontorio erboso e in breve si arriva in vista dell’alpeggio di Arpissonet dove poco oltre è situato il casotto che si vede solo all’ultimo momento.
Quando, durante la discesa, si ritorna al bivio a quota 1607m dove si trova un ometto di pietre su di un tronco e avendo a disposizione una decina di minuti, si può svoltare a sinistra e proseguire per il sentiero, poco frequentato ma evidente, che con alcuni dolci saliscendi arriva ai vecchi alpeggi diroccati di Leutta (1651m): questi sono situati sopra un piccolo pascolo in una posizione panoramica sulla vallata di Cogne e sul comprensorio del Mont Fallere. Una volta ritornati al bivio si scende per il tragitto dell’andata.
Informazioni generali
Via: da Vieyes
Segnavia:
Tipologia percorso: a/r
Periodo consigliato: maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre
Esposizione al sole: sud-est
Riferimenti bibliografici
Accesso stradale
Si percorre la Torino-Aosta sino alla barriera di Aosta est che si supera e si esce al casello successivo di Aosta ovest. Si seguono le indicazioni per Cogne, si supera il comune di Aymavilles e, dopo qualche chilometro, si arriva alla piccola frazione di Vieyes (1158 m) dove, senza entrare nel villaggio, si può lasciare l’auto negli slarghi adiacenti la strada.
Commenti
che bel posto interessante! grazie per averlo messo...un salto lo faccio si!;)
Si, effettivamente è bello! Peccato per la numerazione del sentiero n°4 che si trova solo sulla palina (in terra insieme ad altre) alla partenza e sul rudere sopra il casotto mentre al bivio sopra plan pessey c'è solo il bollo del n°5 e per il resto del percorso niente! D'accordo che il tracciato è evidente ma un bollo giallo col n°4 di fianco a quello col n°5........
Bello è anche arrivare con sentieri ormai poco battuti a quegli alpeggi ormai abbandonati, tipo leutta, che stanno a testimoniare delle fatiche, non a tutti comprensibili, dei vecchi pastori che "rubavano", appena c'era la possibilità, fazzoletti di pascolo che si aprivano su terreni impervi nei pochi spazi lasciati liberi dalla vegetazione del bosco.
Comunque in questa gita abbiamo visto molti camosci ed anche un'aquila che svolazzava sulla cresta della montagna e che si è anche avvicinata a noi: forse voleva vedere se eravamo....appetibili, ma poi si è resa conto che eravamo un po' pesanti da trasportare in volo!
Ciao.
Giancarlo.
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