Teatro romano di Aosta

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Introduzione

Descrizione

Com'era [...]

Costruito alla fine del I° secolo d.C., il Teatro Romano occupa quella che all'epoca era la prima insula sulla destra per chi entrava in città attraversando la Porta Prætoria, cioè da est.
Di questo imponente edificio pubblico rimangono pochi resti che ci consentono di immaginare quale doveva essere la sua struttura, sviluppata su una pianta rettangolare di 62 m sulla facciata e di 25 m sui fianchi, con un'altezza di oltre 20 m.
La cavea [1] era disposta su tre ordini; di questi l'inferiore, tuttora esistente ed in parte restaurato, si sviluppa su costruzioni radiali e anulari e presentava, al centro, un podio d'onore, e sedili per i notabili nelle prime file. A ridosso della cavea in pietra degli ambulacri consentivano l'accesso alle successive due (o forse tre) recinzioni, di cui rimane solo la prima. Il tutto era probabilmente completato da una summa cavea in legno, costruita a ridosso della parete di fondo. Si stima che il teatro potesse contenere, complessivamente, circa 3500 spettatori.
L'apparato scenico presenta i caratteristici elementi dell'orchestra [2], del proscenio [3] di ampie dimensioni (m. 45 x 6,95) e dell'edificio della scæna [4]; quest'ultimo presentava tre porte con un ricco prospetto ornato di colonne di ordine corinzio, marmi e statue (di cui rimangono cospicui frammenti).
Oltre la scæna, oggi riconoscibile in pianta, si staglia la stupenda visione dei ghiacciai del Gran Combin.

[...] e com'è.

Del grandioso edificio del teatro di Aosta rimangono pochi resti, costituiti principalmente dalla cavea, dalla traccia delle strutture del proscenio e della scæna e dalla grande parete di facciata. Questa imponente struttura, lunga circa 30 m. e alta 22 m. è scandita da contrafforti ed aperture di diverse forme e dimensioni, che ne vivacizzano la superficie dando vita ad un impareggiabile scenario architettonico. La parete è suddivisa su quattro livelli sovrapposti, collegati tra loro dal grande ordine dei contrafforti bugnati che si innalzano per tutta l?altezza della parete, garantendone la stabilità. Al primo livello le arcate a tutto sesto sono fortemente segnate dal bugnato, che sottolinea la curvatura dell?arco, mentre ai due livelli superiori queste grandi aperture sono sostituite da tre aperture più piccole. Al secondo livello troviamo, infatti, una serie di triplici finestre quadrate architravate e bugnate, a cui corrispondono le aperture delle triplici arcate del terzo livello. Al quarto livello troviamo, infine, ancora delle grandi arcate a tutto sesto, che con le loro ampie dimensioni contribuiscono a ridurre il carico gravante sulle sottostanti strutture murarie. Sulla struttura muraria sono ancora visibili i fori che alloggiavano le travi lignee destinate a reggere la magna cavea e, presumibilmente, anche una copertura lignea a protezione dell?intera struttura.

Il Restauro

I materiali e lo stato di degrado

Attualmente, la grande parete del teatro è interessata da un intervento di conservazione, rivolto al consolidamento degli elementi lapidei, ed infatti appare interamente rivestita da una impalcatura, accessibile con l'accompagnamento di una guida.
L'intervento, iniziato nell'estate del 2001, richiederà un paio d'anni di lavoro e sarà quindi terminato, salvo imprevisti nel 2003.
Il teatro è stato costruito utilizzando principalmente blocchi di puddinga, che poi erano rivestiti con lastre di marmo. La puddinga è un conglomerato, ovvero una roccia di origine sedimentaria, di tipo detritico, in cui i clasti hanno subito trasporto e presentano quindi spigoli arrotondati. In pratica questo materiale si presenta come una sorta di calcestruzzo di origine naturale, in cui la matrice legante nel corso dei secoli si è sedimentata inglobando come aggregati ciottoli di grandi dimensioni (con diametro maggiore di 2 mm).
Questo materiale, per la sua natura, è soggetto a fenomeni di degrado quali erosione, disgregazione e polverizzazione; nel caso specifico del Teatro di Aosta si è verificata l'erosione della superficie lapidea ad opera principalmente del vento, mentre non sono state rilevate tracce di sostanze inquinanti di origine antropica.

L'intervento di conservazione

L'intervento di consolidamento in atto consiste in un lento processo di ricostituzione della coesione tra la matrice legante e i clasti che costituiscono la puddinga. Questo viene fatto iniettando, nelle discontinuità presenti sulla superficie lapidea, una sostanza impregnante, che in questo caso è una normalissima malta di calce, che risponde perfettamente ai requisiti che un buon consolidante deve possedere.
La malta di calce infatti non genera prodotti secondari dannosi, viene facilmente assorbita e presenta caratteristiche fisiche e meccaniche simili a quelle della puddinga, trattandosi quasi dello stesso materiale. Inoltre questo consolidante, a differenza della maggior parte dei consolidanti di tipo chimico, non è foto o termo sensibile, e infine, la semplice aggiunta di un aggregato ricavato macinando della puddinga dello stesso tipo di quella utilizzata dai romani rende l?intervento compatibile dal punto di vista cromatico, mantenendone al contempo la riconoscibilità.

Accesso stradale

Indicazioni per la visita

Bibliografia e collegamenti esterni

 

Teatro Romano Aosta: Photo Gallery

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