Valle d'Aosta: le mucche combattive

Domenica, 23 Ottobre, 2011 - 00:00
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Il 23 ottobre ad Aosta la finale della “Bataille des reines” la battaglia delle mucche

Tutto inizia dall’Inarpa, letteralmente salita all’alpe, cioè la transumanza delle mandrie di mucche che da valle o dalla media montagna salgono negli alpeggi, pascoli estivi ai piedi delle cime più alte d’Europa. Un vero e proprio esodo di tutto il bestiame valdostano, trentottomila capi, con ventimila bovine da latte. Le mucche salgono in alto, mangiano erbe ottime che danno alla Fontina quel super sapore che tutti conoscono, mentre più in basso si fanno i fieni, cioè si taglia il foraggio che serve a nutrire il bestiame d’inverno. Si taglia, si lascia seccare un po’ al sole, poi si nasconde, tradotto dal patois, si depone nei fienili. Tutto qui? Solo un viaggio alla ricerca di pascoli erbosi? Niente affatto, perché dietro all’Inarpa e la vita in alpeggio, si nasconde un mondo, fatto di cultura, relazioni sociali, tradizioni…
Partiamo allora dalle tradizioni, un tempo ogni famiglia rurale valdostana aveva otto mucche, era un po’ il numero standard della famiglia media, (ora ci sono allevamenti e mandrie ben più grandi), sei di queste bovine andavano in alpeggio, una rimaneva a valle, per il consumo del latte della famiglia, si chiamava seppeuye, perché con il latte munto la sera si faceva la seuppa, la minestra . Un’altra, detta greseyeue era – ahimè la natura – trattata meglio delle altre, aveva poco latte e la si faceva ingrassare (ecco perché gresseyeue) per poter sopperire alle necessità alimentari della carne.
Gresseyeue e seppeuye, non sono nomi propri, perché in Valle d’Aosta ogni mucca ha il suo nome (alcuni esempi? Moureun, Bandit, Morienne, Couronne…) gli altri sono dei soprannomi, per così dire, sociali, che ne identificano il ruolo collettivo all’interno della mandria. Ce ne sono altri, c’è la bordala o bordella, è la mucca che segue poco le regole e non si lascia troppo addomesticare, c’è la adatta, invece, mansueta, si riproduce, dà il latte all’allevatore, sta tranquilla. Chi tranquilla non è, ma con il suo ruolo e il suo temperamento influenza tutta la vita zootecnica valdostana è lei, la reina, la regina della mandria. Corporatura possente e muscolosa, fronte larga dotata di corna robuste, orientate normalmente in avanti, la reina combatte per determinare la sua egemonia all’interno della mandria, la sua razza - pezzata nera e castana – è bellicosa, istinto tipico di questa specie alpina, unico caso al mondo assieme alla cugina Hérens del Vallese.
I combattimenti tra queste bovine avvengono spontaneamente quando si mescolano all’interno di una stessa mandria o di più mandrie, durante la salita in alpeggio, sono le mucche che scelgono l’avversaria e il momento più propizio per l’“attacco”, si sfidano, si fronteggiamo, una arretra, si gira, si allontana. Ha perso. L’altra è la regina dell’alpeggio. Poi ci sono dei combattimenti programmati, tra vari alpeggi, sono organizzati da un’associazione, Association Régionale Amis Batailles de Reines, si tratta di eliminatorie che hanno luogo in venti comuni diversi, otto primaverili da Marzo a Maggio, sei estivi in Luglio e Agosto e sei autunnali in Settembre e Ottobre per concludersi con la finale, i concorsi sono a eliminazione diretta, le avversarie sono assegnate a sorteggio, le concorrenti meglio classificate sono ammesse a partecipare al concorso finale regionale per l’ assegnazione del titolo di Reina delle Reines di ogni categoria.
Per chi non vuole accontentarsi della Valle d’Aosta da copertina, le eliminatorie dei combat sono davvero una chicca, dietro questo combattimento naturale si cela un mondo: le bovine possono essere iscritte a tutti i concorsi; in questo modo si evita che quelle più prestigiose non possano partecipare allo scontro finale perché eliminate a seguito di un incontro con una avversaria di uguale caratura. Alla finale sono ammesse di diritto le tre regine dell’anno precedente per difendere il proprio titolo e, a seconda dello statuto, le prime sei o dodici vincitrici delle singole eliminatorie. Normalmente combattono in un’arena naturale, un prato immerso nella natura, a volte gli incontri sono lunghi per le bovine che si equivalgono, mentre sono brevissimi se una concorrente avverte la netta superiorità dell’avversaria. Può anche accadere che una mucca si rifiuti di combattere abbandonando la postazione, con delusione del proprietario e del pubblico. In ogni eliminatoria le prime quattro classificate sono premiate con campanacci di grandezza progressiva in base al loro piazzamento, solo la reina, riceve il tipico bosquet, un ramo di abete addobbato con nastri e fiori rossi.
Assieme alla millenaria Fiera di San Orso, (ogni anno il 30 e 31 gennaio oltre mille espositori, tra artisti e artigiani valdostani, espongono le loro opere nelle vie del centro di Aosta) la Bataille des Reines rappresenta una delle manifestazioni più rappresentative della valdostanità, seguendo questi eventi il turista troverà un contatto diretto con l'ambiente, i profumi, i sapori, la cultura e la storia di questa piccola regione alpina.
Oltre alle eliminatorie, l’appuntamento da non perdere, la terza domenica di ottobre, il 23 quest’anno, ci si trova all’arena Croix-Noire, alle porte di Aosta. Il colpo d’occhio è immediato, la tensione e l’emozione tangibili. Tantissima gente si assiepa entusiasta sulle gradinate, tutta la Valle è lì, per la Reina, nel 2010 ha vinto Cobra, 690 kg, dopo un combattimento mozzafiato contro i 650 kg di Briga. Quest’anno?

Per acquisto biglietti finale regionale www.valledaostaspettacoli.it, per informazioni e calendario combattimenti www.amisdesreines.it